Sulla scia dell’aria di cambiamento che ha caratterizzato gli anni ’60, la parola d’ordine degli anni ’70 è “rivoluzione”, intesa come voglia di infrangere le regole a tutti i costi.
Il desiderio di libertà si traduce in colore e fantasia: nuances naturali e floreali, originate dallo stile dei cosiddetti “Figli dei fiori”, a cui fanno seguito – dopo appena pochi anni – toni acidi e geometrie estreme nei look urbani.
La consolidata emancipazione femminile, che si era affermata con la minigonna, diventa ancora più audace e reinterpreta un indumento maschile in maniera strong. I cortissimi hot pants sono uno dei simboli del tempo e vestono una donna coraggiosa. Allo stesso tempo, però, i pantaloni si fanno lunghi e abbondanti, a zampa di elefante, le gonne strisciano a terra. Le scarpe, dove la zeppa la fa da padrone, vengono nascoste sotto i tessuti – talvolta morbidi e sinuosi, orientaleggianti, talvolta rigidi e croccanti – ispirati a tendenze metropolitane.
Moda Anni ’80
Tutto e il contrario di tutto, la moda degli anni ’70 è un inno alla libertà, che troverà sfogo negli anni ’80 con il raggiungimento dell’eccesso.
Nel decennio successivo la voglia di osare diventerà voglia di farsi notare. I colori diventano fluo e vengono abbinati come flash visivi in un total look urban-street.
Sono gli anni del boom della pop music e la voglia di libertà si evolve in movimento e dinamismo. Si fa largo la culturale della forma fisica. I corpi sono tonici e potenti. I tessuti si adeguano alle nuove necessità e diventano stretch, tecnici e aderenti. I pantaloni si re-inventano in fuseaux, fascianti e sportivi, da indossare anche nel tempo libero. I jeans si strizzano attorno alle forme del corpo, grazie alla vita alta e a cinture vistose che cingono i fianchi. Le t-shirt si accorciano, scoprendo la pancia.
Gli accessori, a differenza del loro nome, sono protagonisti dello stile: si afferma la bigiotteria, smaccatamente finta ed esagerata nei volumi e nei colori.