Le origini della cravatta possono essere fatte risalire alla Francia di Luigi XIII. Nell’esercito fracese, al tempo, si contavano un gran numero di soldati croati che usavano avvolgersi il collo con un foulard in modo da proteggersi dal freddo. Per questo motivo, dunque, pare proprio che il termine cravatta derivi dalla parola “croato”. In francese, infatti, le due parole si pronunciano in modo molto simile, ossia “cravate” e “croate”.

Ma è durante il regno di Luigi XIV che la cravatta diviene simbolo di audacia e raffinatezza. Dalla seconda metà del 1600, la cravatta si trasforma in un accessorio immancabile e in sinonimo di eleganza. Nel corso dei secoli, pur restando fondamentalmente invariata, la cravatta ha subito delle piccole modifiche, diventando più lunga e più stretta all’inizio del diciannovesimo secolo ed acquistando, negli anni ’20 del Novecento, il tipo di taglio diagonale che la caratterizza tuttora.

La cravatta è un capo d’abbigliamento utilizzato praticamente in tutto il mondo, soprattutto dagli uomini, anche se non è raro vederla anche al collo delle donne. La nostra penisola può vantare una lunga e significativa tradizione nella creazione e nel confezionamento di cravatte dal taglio raffinato e dai tessuti pregiati.

Il Salento, in particolare, si è imposto come la zona italiana con maggiore esperienza nel settore, soprattutto per quanto riguarda il piccolo paese di Corsano. Questo piccolo borgo è la località italiana che produce il maggior numero di cravatte in assoluto e dalle sue industrie vengono sfornati addirittura più di 30 mila pezzi al giorno. Cambiano i tessuti e le stampe, ma la cravatta resta sempre, nell’immaginario collettivo, un tocco di classe in grado di rivalutare totalmente l’outfit di chi la indossa.